La botta che diedi con la torcia ebbe l' effetto di non causare alcun problema alla creatura. A malapena inclinò la testa, ma considerata l' angolazione era più un suo gesto per indicare confusione che una conseguenza dell' impatto.

Ovviamente è robusto, ma nemmeno una reazione come "fuoco cattivo"? Questa sarà una scocciatura.

Quantomeno, la sua mancanza di comprensione davanti ad un atto chiaramente aggressivo mi indicava il suo livello di intelletto: basso, e parecchio. Probabilmente quello era uno degli obiettivi a cui puntavano i suoi creatori: un essere forte, resistente e stupido. Un' arma biologica, un soldato perfetto.

La creatura, abbandonando qualsiasi considerazione per il mio precedente attacco, procedette a tentare di stringermi in ciò che sembrava un abbraccio. Adorabile, se non per le dimensioni dell' arto che intendeva usare, e le condizioni in cui si trovavano le sbarre della sua gabbia, che le mie costole si sarebbero trovate ad imitare, qualora riuscisse a stringermi.

Rapidamente, lanciai la torcia verso la sua faccia, lasciando che la luce lo accecasse momentaneamente, e ricorsi alla sostituzione per scambiarmi di posto con una sedia, lasciando che fosse esse ad essere stritolata tra le membra di quella bestia. Io avrei approfittato della sua carente intelligenza, per nascondermi dalla sua vista, ma tenendolo d' occhio per vedere la sua reazione alla mia sparizione improvvisa, e ragionare un attimo. Fortuna che le luci erano ancora accese, o senza la torcia potevano essere casini.

Ok, direi che la possibile ragione dietro gli esperimenti condotti in questo laboratorio l' ho trovata. Ora c'è da chiedersi: perché hanno lasciato dietro questo esemplare?

Questo posto stava operando in segreto, il che mi diceva quanto fosse clandestino il tutto, e la natura degli esperimenti spiegava il perché fosse tutto così nascosto. Sull' abbandono della baracca ci potevo fare solo qualche speculazione, fintanto che non trovavo prove definitive. Ma se era così pressante la segretezza di tutto questo, perché lasciare la cosa che più di tutte poteva riaprire un' indagine? Un cadavere deformato poteva suscitare domande, ma nulla di direttamente incriminante, ed era facile da rimuovere. Perfino quelle varie parti organiche deformi non costituivano molto come prova. Un buon bugiardo poteva spacciare tutto come tentativi di coltivare artificialmente organi per trapianti e arti per mutilati!

Un soggetto vivente invece, era tutt' altra storia. Solo vederlo in azione era una chiara dimostrazione di ciò a cui stavano puntando di ottenere con questi esperimenti, quindi lasciarlo in vita era stato un grave errore, uno che una persona abbastanza intelligente e priva di empatia per poter lavorare qui dentro non avrebbe commesso.

Rimanevano poche opzioni sul perché fosse qui:

1) Era stato abbandonato con tutto il resto, credendo che fosse un esperimento fallito e morto, ma per qualche ragione era rimasto in vita. Forse una specie di metamorfosi, preceduta da una fase di quiescenza pari alla morte;

2) Era stato deliberatamente lasciato qui, ad agire come capro espiatorio e copertura per gli scienziati, fuggiti chissà dove. Un esperimento andato fuori controllo che uccide ogni occupante del laboratorio nella sua frenesia. Nessuno si sarebbe preoccupato di cercare persone morte.

C' erano altre possibilità, ma non potevo restare troppo a pensarci, dato che il mio "amico" si stava muovendo, emettendo uno strano verso. Sembrava quasi avere un senso compiuto, ma il modo in cui la pronunciava rendeva impossibile comprendere cosa fosse.

Dovevo pensare anche a cosa fare. C' erano troppe incognite per i miei gusti, e volevo andare a fondo della questione.

Considerati fortunato, simpaticone. Per adesso, sei sceso di priorità.

Generai una copia e la spedii di corsa a muoversi tra i vari scaffali del laboratorio. Il suo compito era semplice; mantenere la creatura distratta mentre io sgattaiolavo verso le scale per risalire al piano terra, e poi procedere al piano superiore. Una volta lì, avrei iniziato a cercare qualche indizio che mi potesse illuminare su cosa stessero combinando in questo luogo. Solo allora avrei preso una decisione riguardo il fato di questo essere.

La creatura doveva essere dotata o di ottimi istinti, oppure di sensi eccezionalmente sviluppati, dato che reagì prontamente al pugnale lanciato, deviandolo grazie ad un' estremità, che potevo definire anormale anche attraverso la fioca luce della mia torcia.

Per mia fortuna, il mio tentativo di assalto non fu un completo fallimento, anche grazie allo stesso essere: il Kunai deviato, andò infatti a centrare uno degli svariati macchinari adiacenti alla gabbia, portandolo ad attivarsi e far accendere delle luci nella stanza.

Curioso. L' impianto elettrico è ancora funzionante. Che ci sia un generatore autonomo, o è ancora collegato alla rete centrale?

Qualunque che fosse la risposta, ne avrebbe sollevate ulteriori, e io non avevo tempo da dedicarci, dato che la presenza di luce mi permise di vedere con chiarezza l' essere, che stava uscendo dalla sua cella. Il varco tra le sbarre che stava usando, invece della porta, sembrava essere stato creato a mano, notando come fossero irregolarmente piegate, il che segnava una forza non indifferente.

E la creatura in sé: ora che la vedevo chiaramente, potevo notare come la sua natura umanoide fosse limitata solo, e nemmeno interamente, alla parte sinistra del suo corpo, dato che il resto era completamente deforme. Sembrava come se qualcuno stesse provando a creare una statua umana, ma aveva finito il materiale a metà via, e aveva tentato di completare il lavoro usando della carne trita, invece di pietra. Il risultato finale era, per ovvie ragioni, alquanto inquietante, specie se ci si aggiungeva il fatto che era vivo, cosciente e molto forte.

Una persona normale sarebbe ora disgustata dall' apparizione, specie vedendo come sembrava essere estasiata dall' avere una preda a portata di mano. Io non ero una persona normale, e la mia reazione all' apparizione del mostro era una contemplativa.

Un abominio mutante e deforme... Non sta sbavando o trasudando altra sostanza disgustosa, ma penso che i criteri per la mia promessa ci siano.

Così, vedendolo mentre si stava muovendo per strapazzarmi con quel suo orrido braccio abnorme, io non mi spostai di lato o indietreggiai cercando di schivarlo, nossignore. Invece, presi a due mani lì asta della mia torcia accesa, mi mossi in avanti, addentrandomi dentro la sua guardia, lasciando che l' arto rosso si abbattesse a terra dietro di me, e sferrai un colpo verso la parte molle della sua testa con l' estremità accesa della mia arma improvvisata.

Questo tizio sembrava una polpetta. Vediamo che aspetto avrò una volta cotto!

La mia tattica aveva portato i suoi frutti.

Pur intralciato dalle vesti che l' uomo indossava, la lama del mio Kunai affondò in morbida carne, e il dolore fu sufficiente da portare il mio nemico in ginocchio e fargli abbandonare la presa sulla sua arma.

Mentre restava a commiserarsi, pulii il mio pugnale sul terreno, per poi rialzarmi in piedi. Lentamente, mi portai a fronteggiare il mio avversario, che aspettava la mia prossima mossa a viso aperto.

Forza, fai quello che devi!

Un' espressione indecrifabile rimase sul mio volto, mentre sembravo ponderare quale fine dare a questo spadaccino aggressivo. Rafforzai la stretta sul Kunai, lo alzai in alto e iniziai ad abbatterlo come un fendente decisivo alla sua gola.

Ma mi fermai ad un soffio dal suo collo.

Nah! Causerebbe solo inutili complicazioni. E poi, voialtri samurai siete quel genere di persona che vede la morte come una liberazione dal disonore. Molto più soddisfacente lasciarti in vita, consapevole di ciò...

Diedi un calcio alla katana, spedendola abbastanza lontana che non potesse impugnarla senza almeno rialzarsi e fare qualche passo, e mi allontanai, mantenendo l' uomo sotto la coda dell' occhio. Sopra di noi, le nuvole iniziavano ad accumularsi, mentre tuoni lontani preannunciavano l' arrivo della pioggia che dava a questo villaggio il suo nome.

Lascia che questo giovane ti dia qualche consiglio. Primo: mai aggredire la prima persona che ti capita, non puoi mai sapere di cosa sia capace; Secondo: se hai la possibilità di mettere a segno un colpo decisivo, non sprecarla e vai fino in fondo; E terzo: impara a usare tutto quello che hai a disposizione, non solo la cosa in cui sei più bravo!

Sayonara, vecchio samurai di Ame!

E con quelle parole, iniziai a dirigermi in lontananza, verso il mio appuntamento, mentre la pioggia cominciava a scendere, dapprima lenta e tenue, poi sempre più costante, formando uno scroscio che avrebbe a breve cancellato le tracce della mia presenza in questo luogo.

Mh, è stato un piacevole passatempo, ma devo dire che mi servirebbe qualche alternativa a lungo raggio. Aspettare che l' avversario si avvicini, non è sempre una buona idea...

Talmente preso dallo sminuire il mio magistrale talento nel trasformare una tecnica, che avevo inventato io personalmente, la cui funzione era nascondere e trasportare cose, in una manovra difensiva, lo spadaccino si dimenticò che io stesso stringevo un Kunai in una mano.

La mia reazione al suo lancio dell' arma fu un semplice fendente laterale, che portò le due lame a impattare. E dato che la mia era saldamente ancorata nella mia mano, fu il suo pugnale ad essere deviato.

Troppo banale come mossa. Si tratta solo dell' antipasto prima del piatto forte.

Infatti, il ninja di Ame si avventò con un assalto a spada sguainata, ma notai che la traiettoria della spada era molto bassa, quasi volesse arrivare a radere il terreno.

Finalmente ha abboccato! Ora, lasciamogli avere ciò che vuole...

La dimostrata maestria con il filo aveva fatto si che il suo antiquato cervello lo identificasse come "l' arma più pericolosa nel mio arsenale", e come tale doveva essere distrutto, se voleva sperare di vincere. Il povero allocco non pensava nemmeno che questo lungo pezzo di nylon sottile, altri non fosse che un mero strumento nelle mani della mia vera arma letale: una mente infame!

Rilassai la stretta che avevo sul filo, lasciando che non ci fosse nulla che lo tenesse in tensione. Ora, verrebbe da pensare "quanto vuoi che sia difficile tagliare un filo? E' così sottile e flebile, incapace di porre alcuna resistenza!". Ed è qui che ci si sbaglia! Il filo è facile da tagliare proprio perché pone una resistenza, ma solo quando è teso, e allora lo si può sminuzzare con una katana. Ma quando è rilassato? Non è per niente facile, dato che è così sottile e FLESSIBILE che scivola lungo la lama, fino ad adagiarsi a terra. Con le forbici è un' altra storia, dato che sono due le lame in gioco, ed esercitano una pressione da due direzioni opposte e coincidenti, creando resistenza loro stesse a vicenda.

Ecco perché non ero minimamente preoccupato dal suo attacco contro il mio filo che stava a terra, con la stessa rigidità di uno spaghetto scotto, e invece mi adoperai per la mia contromossa.

Si, perché aspettavo da poco dopo l' inizio di questo duello improvvisato che questo fesso tentasse un simile approccio contro di me, così che io avessi modo di sfoderare la tecnica più crudele mai coniata da mente ninja.

Quando la sua spada finì di raccogliere lo spago dal suolo e intraprendeva la sua rovinosa discesa contro le mie carni, il vecchio ninja avrebbe notato che la mia figura era sparita. E stavolta non c' era un tronchetto o altro oggetto di simile stazza a coprire il buco nello spazio che avevo creato, dato che fare ciò avrebbe compromesso la mia sequenza di mosse.

Io ero apparso, a seguito di un fulmineo scatto delle gambe, esattamente dietro al samurai, rannicchiato similmente alla mia posa di partenza, e con il braccio armato di Kunai tirato indietro, ma solo per una frazione di secondo. Come la spada del mio nemico stava rallentando il suo movimento, a seguito del possibile stupore alla mia improvvisa scomparsa, il mio arto saettò in avanti, pugnale saldo nel pugno, con un singolo traguardo: le terga del mio avversario, ove vi si sarebbe conficcato nelle morbide carni, portando atroci sofferenze qualora andasse a fondo.

E con la forza che vi stavo imprimendo, a fondo sarebbe andato!

La mia torcia improvvisata mi permise di muovermi senza inciampare e di vedere la struttura interna del laboratorio: ad eccezione della stanza in cui avevo trovato la sedia, il resto del corridoio era privo di altre diramazioni fino alle due rampe di scale, il che rendeva la minaccia di imboscate pressoché nullo, a mia fortuna.

Una volta scese le scale verso il piano inferiore, mi ritrovai in una grande stanza colma di strumentazioni scientifiche, e sangue. Davvero, molto sangue, un quantitativo equivalente a diverse persone, almeno.

Beh, sembra che avessi ragione. Non so se esserne felice o meno.

Ciò che era più interessante del sangue, era la natura delle macchine e i contenuti delle varie teche esposte: biomanipolazione. Ammassi di carne malformata, parti del corpo mutilate, congegni con diversi iniettori e tavoli operatori. Qua qualcuno si stava divertendo a sfidare le leggi della natura, e dubitavo fosse qualcosa di ufficiale! Già solo la locazione del laboratorio fa capire quanto "pulita" fosse tutta questa faccenda.

Ehi... Spero che non mi abbiano dato questo incarico per farmi rimuovere prove scomode! Prima di uscire farò meglio a rovistare per vedere se trovo qualche documento. Un piccolo ricattino, giusto per garanzia.

Mentre stavo fissando ciò che sembrava un rene con delle appendici di troppo, udii uno strano suono. Mi voltai subito verso la fonte, mano stretta sulla mia arma, mentre alzai la torcia per gettare più luce possibile attorno a me.
Dopo qualche secondo, notai che sembrava un singhiozzare, e dal tono sembrava essere una voce maschile.

Una persona? Che ci farà qui dentro?

Avvicinandomi all' origine del suono, lo trovai provenire da dentro una grande gabbia aperta, con una figura rannicchiata al suo interno.
Avanzai ulteriormente, per dare un' occhiata migliore, quando lo avvertii: un sentore di spossatezza, come se l' aria si fosse fatta improvvisamente pesante, mano a mano che mi avvicinavo.

La figura sembrava essere sola, non c' erano tracce di altro di vivo attorno, ma non avevo ancora incontrato niente che riscontrasse con quanto mi era stato detto: solo questa persona dentro una gabbia, e un' aura di chakra insolitamente spessa.

A questo punto, decretai che c' erano due possibili opzioni:

1) La persona dentro la gabbia era preda/prigioniera della fantomatica creatura che aveva sfondato quel portone, e il mio bersaglio era fuori a caccia da qualche altra parte e non si sapeva quando sarebbe tornato;

2) La figura dentro la gabbia era un esperimento di questo laboratorio, ottenendo un qualche tipo di potere esagerato e incontrollabile, ed era ora in uno stato di "calma".

Soppesai le due possibilità e arrivai ad una semplice soluzione: mi spostai in modo da non essere direttamente davanti alla porta della gabbia, presi un kunai e lo lanciai tra le sbarre, dritto verso la nuca della figura rannicchiata, con l' intento di porre rapidamente fine alle sue sofferenze.

Il mio bluff non sembrava aver suscitato l' effetto desiderato, tanto che lo spadaccino rinunciò alla sua modalità di combattimento preferita, e passò al lancio degli shuriken.

Ovviamente li lancia dopo che ho disattivato i Pugni...

Certo, riattivare la mia tecnica non costava nulla e potevo farlo in poco tempo, abbastanza da porre le mani davanti alle armi e fermarle.

Ma dove stava il divertimento?

I primi tre shuriken erano stati lanciati con l' obiettivo di farmi muovere. Gli altri tre erano il vero attacco, perciò mi concentrai su quelli. Mi abbassai, ponendo indietro la gamba destra e lasciai che i primi proiettili mi passarono sopra la testa, per gli altri posi il braccio sinistro lungo la loro traiettoria.

Normalmente, quando un' arma di ferro impatta con un braccio di carne, quest' ultimo perde il confronto e viene ferito. Non in questo caso.

Convogliai chakra nel braccio, e quando le lame iniziarono il contatto, esse sparirono, risucchiate da altrettanti fori che si erano manifestati sul mio braccio in quel preciso istante.

E in tutto questo, non sciolsi il contatto visivo col ninja di Amegakure.

Grazie del regalo.

Ho già vinto

Qualcuno si sentiva sicuro di sé. Certo, stare fermi a guardarsi male e lanciare frecciatine era proprio segno di imminente vittoria.

Sei una continua delusione, ti senti realizzato solo perché mi sono lasciato colpire? Eccomi sono qui per smontare ogni tua convinzione

Immaginavo che fosse lì che voleva andare a parare. Dopotutto, si trattava del mio stesso obiettivo: far si che l' avversario facesse la prima mossa, per contrattaccare in maniera brutale.

Uh, la demenza comincia già a farsi presente, vedo. Fortuna che non ti ho preso in testa, o saresti costretto a ritirarti.

Era chiaro che stesse solo tenendo le cose in stallo, probabilmente guardingo della mia tecnica ancora attiva dall' inizio del combattimento. Forse stava solo aspettando per farmi bruciare chakra inutilmente, finché non fossi arrivato al limite.

Peccato per lui, le mie riserve sono parecchio ampie... Un momento.

Se voleva che io finissi il chakra, perché non dargli esattamente ciò che voleva?

Le fiamme blu sulle mie mani iniziarono ad affievolirsi, iniziando a tremolare e guizzare debolmente, fino a spegnersi del tutto. Durante il processo, assunsi un' espressione concentrata, di sforzo, prima di rassegnazione, mentre si estingueva completamente.

In modo frantico, misi la mano destra ad afferrare un Kunai dalla tasca posteriore, mantenendo lo sguardo sullo spadaccino, e cercando di fare in fretta.

Ha rinfoderato la spada. Adesso era proprio come avevamo iniziato...

Lo spadaccino iniziò a girarmi intorno, mantenendo la stessa identica distanza. Mi era facile intuire a cosa stesse mirando, ma era guardingo del fatto che avessi ancora i miei pugni avvolti dal chakra e che se mi tenevo pronto, potevo evitare anche il suo attacco ultrarapido. La prima volta mi ero distanziato, questa volta avrei potuto restare vicino, similmente a come aveva fatto lui con me.

Inoltre, il filo era ancora attorno a me sul terreno. Per quanto ne sapeva, avrei potuto subito muoverlo per innalzare una difesa o un contrattacco al primo segno di minaccia.

Ciò che stava facendo era simile al comportamento di un predatore davanti ad una preda più ostica del previsto: aspettava un errore, un movimento troppo sbrigativo, una breccia nelle mie difese, in modo da sferrare la sua aggressione.
Mantenni il contatto visivo con l' uomo, mai lasciandolo scappare dal mio sguardo, mentre questi parlava.

Tipico della tua età, non ti hanno insegnato di rispettare chi ti è superiore? Se è il massimo che puoi dare, dovevo aspettare le mie aspettative

A quelle parole, non potei trattenere il mio sorriso beffardo, che si allungò tanto da far intravedere i denti.

Il rispetto va guadagnato, attempato. Direi che è tipico della tua età aspettarti che le nuove generazioni debbano agire in modo più riverente nei vostri confronti, senza aver fatto nulla se non essere diventato vecchio. Parli di superiorità, ma sembra che il solo ad aver messo a segno un vero colpo sia stato io, o la memoria comincia a farti cilecca?

Continuavo a lanciare le mie frecciatine, allo scopo di stuzzicarlo. Se volevo mettere a segno il mio prossimo attacco, doveva essere lui a fare la prima mossa.

La mia azione difensiva aveva funzionato, anche se per attuarla non avevo potuto raggiungere lo spadaccino e tempestarlo di colpi, non a rischio di trovarmi il braccio lacerato.

Per un ninja le braccia sono fondamentali. Meno danni capitano ad esse, migliori sono le mie chance in combattimento.

Ma era fastidioso come continuassimo a contrastarci alla pari. Da una parte i suoi costanti attacchi diretti, dall' altra i miei subdoli sotterfugi, ed entrambi facevano si che potessimo reagire alla mossa dell' altro, ma difficilmente surclassare in modo incisivo.

Vedendolo tentare di tagliare i miei fili, feci un gesto secco della mano e li riportai ai miei piedi. Avevo solo questo filo e non era neanche così lungo, col cazzo che glielo lasciavo fare!

Non male per essere un uomo comune.

Quale nome dovrò mettere sulla tua lapide?

Non stava correndo troppo in fretta? E chi chiedeva il nome ad una persona dopo averlo quasi tagliuzzato più volte? Maleducato.
Ma potevo vedere che stava provando a prendere tempo, pensare ad un modo per prendere il sopravvento su di me. Notai pure che la distanza che ci separava era simile a quella che avevamo all' inizio di questo confronto.

Inarcai un sopracciglio, prima di stare al suo gioco. Se stava pensando di fregarmi, stava per avere un brusco risveglio.

Dubito di poter essere definito "comune", vecchio. Penso di avertelo ben dimostrato. E ti mostri sempre più maleducato! Quando si chiede il nome a qualcuno, è semplice cortesia rivelare il proprio, prima.

Sbuffai in finta offesa, come se risentissi dalla poca creanza che questo ninja di Ame continuava ad esibire nei miei confronti.

Tuttavia, mi mostrerò l' individuo migliore, e ti accontenterò. Puoi chiamarmi Yoi Akuma, tanto piacere!

Ora, vediamo se la farsa continuava, e se fosse stato pronto per la mia contromossa.

parametri <div style=" font size: 10px; font-family: tahoma; line-height: 11px; letter-spacing: 0px; color: #000000; padding-top: 6px; float:left">▪ Chakra: 235/350 ▪ Abilità Speciale: // ▪ Stato Fisico: Illeso. ▪ Stato Mentale: Subdolo, beffardo. ▪ Armi: 5 Kunai, 10 Shuriken, Filo 10 m. ▪ Oggetti: Coprifronte di Kiri (girato)

tecniche in uso CITAZIONE Avvolgimento dei Fili Metallici Tipo: Ninjutsu Grado: Genin Descrizione: Tecnica che sfrutta i fili metallici e il chakra infuso in essi, permettendo all’utilizzatore di poterli muovere liberamente per qualsiasi tipo di utilizzo o di strategia all'interno di un'area massima di 10 metri per lato. Se infusi di chakra i fili saranno ben più veloci rispetto al lancio del filo stesso e potranno assumere traiettorie che normalmente sarebbero impensabili. Livello: D Costo Chakra: 5 a turno Pugno d' Ira Tipo: Ninjutsu Grado: Genin Descrizione: Concentrando il proprio chakra nelle mani, il ninja rende le proprie mani più solide e capaci di infliggere danni di grado D, e avvolte da uno strato spesso di chakra che può assorbire attacchi da armi minori. Livello: D Costo Chakra: 15 a turno ...

design&code © úlfheðinn' by úlfheðinn' portfolio

C' era da dire, che quel metodo di fuga dai legacci non rientrava tra quelli che mi aspettavo potesse usare. Ero convinto che avrebbe ricorso alla lama della sua spada per tagliare rapidamente il filo. Avrebbe anche potuto farlo in un momento mentre mi avvicinavo, per prendermi alla sprovvista.

Era decisamente frettoloso, preferendo la soluzione più immediata ad una con più opportunità successive. Vidi la creazione di due cloni, i quali iniziarono a caricarmi a spada tratta, accompagnati dall' originale, e muovendosi in modo erratico per confondermi le idee su chi fosse chi.

Purtroppo per lui, ora che avevo iniziato ad usare il filo, era entrato nel mio dominio.

Povero allocco.

Un secco gesto del mio polso, e il filo iniziò a serpeggiare, utilizzando i quattro metri aggiuntivi che tenevo vicino a me, per estendere un secondo capo ed effettuare una duplice frustata contro il terzetto. Il capo più lungo ed originale si sarebbe mosso restando basso e puntando ad avvinghiare le loro caviglie, l' altro avrebbe puntato in alto, per forzarli a interrompere la carica e parare il colpo.

Non appena il filo basso avesse impattato contro il bersaglio, avrei impartito il movimento per far inciampare rovinosamente il bersaglio a terra, alla mia mercé.

Vidi un vortice d' acqua partire da uno dei tre spadaccini. Considerato che gli altri due invece proseguivano con il loro affondo con la spada, quello era l' originale. Identificandolo come minaccia principale, spedii il filo basso contro di lui, ignorando gli altri due, i quali sarebbero stati assaliti da rapide sferzate del filo alto.

Se fossi riuscito a farlo inciampare, la tecnica d' acqua sarebbe andata a dirigersi verso il terreno, lasciandomi incolume. Se invece avesse riutilizzato quella sua tecnica per scappare al laccio, avrei avvertito la mancanza di resistenza, e avrei usato il movimento per veicolare un pugno carico di chakra contro il vorticoso flusso per bloccarlo.

Quindi aveva qualcosa di più ad ampia scala. Dovrei procurarmi più fili.

Eccolo lì!

Movimento a passo cauto, spada posta dinnanzi a sé, pronto a reagire a qualsiasi cosa gli potessi tirare addosso. Un' arma? Parata e deviazione elementare con la lama. Una tecnica? Contrasto con la spada se solida, dispersione o scatto rapido se immateriale. E notare come fosse ben puntata in direzione del mio petto, pronta ad un affondo magistrale a due mani qualora arrivasse ad una distanza ottimale.

Oh Kami, così prevedibile!

Certo, i suoi discorsi continuavano a non fare senso. Eravamo sicuri che stavamo parlando delle stesse cose allo stesso tempo? Cosa c' entrava mostrare la verità tramite azioni in questo contesto? Ero per caso capitato nel mezzo delle riprese di un film e questo tizio stava continuando a dire le sue battute per la scena, come se avesse memorizzato il suo copione a memoria, ignorando ciò che stavo veramente dicendo? E chiamarli trucchetti non era da ipocrita, dopo che lui stesso aveva fatto uso di simili stratagemmi?

Tralasciando queste questioni onde evitare un' emicrania, aspettai il momento opportuno. Una volta che ebbe compiuto il giusto numero di passi, quasi terminato di percorrere quel singolo metro, agii!

Tirai indietro il pugno destro, come a volerlo scagliare incurante della distanza che ci separava, breve attimo di pausa per valutare la sua reazione, proseguii sferrando un colpo, che non avvenne, dato che non avevo modo di lanciare l' agglomerato di chakra che formava il Pugno d' Ira.

Ciò che invece avvenne, era l' attirare l' attenzione dell' avversario all' appendice destra da parte mia, mentre nel medesimo frangente, le dita della mano sinistra si strinsero mentre il braccio si ritraeva verso il fianco, muovendo il filo sottile e quasi invisibile che si trovava a terra.

Un movimento leggero, quasi impercettibile a occhio nudo, ma sufficiente per far scattare il filo sotto il controllo della mia tecnica e mandarlo a ghermire, sinuoso come un serpente famelico, verso le gambe del mio avversario. Avrebbe avvolto la caviglia destra del ninja di Ame, prima di puntare alla sinistra, così da impedirgli di correre liberamente.

Un piccolo primo passo verso lo svolgimento di un piano più grande.

Il mio primo colpo impattò, spedendo l' avversario a volare rovinosamente contro un albero a qualche metro di distanza, causando anche la distruzione della pianta stessa, con una nuvola di polvere come conseguenza, che si diradò rapidamente.

Io, ancora in posizione pronta per sferrare una raffica di cazzotti, rimasi sbigottito dall' esito di quel mio pugno. Anche con una tecnica di rafforzamento attiva, non mi aspettavo di colpire così forte, specie un uomo adulto, e di farlo volare via per tutti quei metri.

O io ho sottovalutato la potenza di questa tecnica, o si è "tuffato", approfittando della spinta iniziale del pugno per ingannarmi e prendere le distanze.

Ad ogni modo, ora c'era un pezzo di strada a dividerci, il che portava a due possibili scenari:

1) Mi avrebbe attaccato con una tecnica a lunga distanza/ ampia area d' effetto. Aveva potuto constatare che nel combattimento diretto corpo a corpo me la cavavo e potevo tenergli testa, fintanto che avevo i Pugni d' Ira attivi. In più, lui aveva già mostrato tre delle sue tecniche, mentre io ero ancora con tutte le carte coperte salvo una, quindi questo approccio gli avrebbe permesso di scoprire cos' altro sapessi fare. Restava però la possibilità che fallisse a seguito della mia reazione e che potessi retribuire.

2) Similmente a come ci eravamo "salutati", avrebbe riutilizzato quella sua tecnica di movimento istantaneo, anche se stavolta con l' intento di ferire e non minacciare. Era un approccio che si era già dimostrato efficace, a cui non ero stato capace di reagire per tempo e che lo portava abbastanza vicino per attaccarmi nuovamente, mentre io recuperavo dal precedente attacco.

Facendo le dovute proiezioni, mentre lo spadaccino si stava ripulendo dalla polvere e mi lanciava un risibile tentativo di insulto per provocarmi, mi preparai mentalmente a usare la tecnica migliore per entrambe le situazioni.
Fissai intensamente il ninja di Ame, e quando sparì dalla mia vista la attivai.

Il fendente del mio avversario, che mi avrebbe colpito circa all' altezza del braccio, andò invece a lacerare la corteccia di un ciocco di legno, il quale presentava una notevole ammaccatura su un lato, mentre io mi trovavo a circa 6 metri di distanza, nel punto in cui avevo spedito quello stesso pezzo di legno con un pugno, dopo che lo spadaccino lo aveva usato per la sua tecnica di sostituzione.

Il Karma è bastardo, vero?

Lanciai la mia frecciatina, mentre intascavo il rocchetto srotolato, il filo che penzolava dalle mie dita, stendendosi a terra per tutto il percorso che avevo appena attraversato, e poi mi rimisi in una posizione da pugile.

Alzai una mano e feci gesto con l' indice, per incitarlo a raggiungermi, coronando la provocazione con un sorrisetto beffardo. Abbastanza palese, ma forse era questo il mio gioco.