Il Laboratorio Abbandonato

Svegliarsi la mattina presto per raggiungere il porto e imbarcarsi sul primo traghetto utile era una scocciatura e mezza, ma dato che il mio incarico era su tutta un' altra isola non avevo molta scelta. Le piccole gioie di vivere in un arcipelago.

Fortuna che hanno avuto il buonsenso di fissare l' incontro a mattino inoltrato. Se lo mettevano prima, mi sarebbe toccata la notte in mare.

Non avendo nulla di meglio da fare, a parte gettare qualche brandello di carne cruda in acqua per attirare gli squali, mi rilessi il rotolo recente i dettagli della missione. Investigare sulla fonte di strani versi che provenivano da un laboratorio abbandonato? Sembrava la pessima trama di un merdoso film dell' orrore di serie Z, trito e ritrito. Se mi fossi trovato davanti un qualche abominio mutante e deforme, traboccante bava, melma o schifezze ignote, avrei preso il primo oggetto contundente nei paraggi e lo avrei mazzuolato senza alcun criterio, che i demoni mi siano testimoni!

C'era almeno un lato positivo in tutto ciò: il luogo dove dovevo andare era il fantomatico "villaggio delle donne". Un paradiso popolato solo da individui del gentil sesso, a cui veniva proibito l' accesso a tutti salvo pochi fortunati, e adesso anch' io potevo fregiarmi di quel piacere. Raro uomo che passava qualche giorno tra svariate donzelle? La scappatella ci stava e se qualche ragazza aveva delle curiosità, chi ero io per negarle le risposte?

Asciugandomi il rivoletto di bava che aveva iniziato a scorrermi dalla bocca, misi via tutto quanto all' interno della mia sacca da viaggio. Ormai dovevamo essere in vista dell' isola, e da lì avrei dovuto procedere a piedi fino al punto d' incontro.
Sarebbe stata una buona scarpinata, giusto quello che ci voleva per smuovere il corpo dopo il tempo seduto in barca, finché non arrivai davanti ad un grande muro, che mi separava dall' ingresso del villaggio.

OI! Sono l' inviato da Kirigakure, Kamui Akuto! Fatemi entrare!

In risposta al mio richiamo, apparve ciò che potevo definire un gran bel pezzo di figliola. Non sembrava avere una corporatura allenata, ma ciò poteva essere apprezzabile. Certo, quegli occhi fermi e decisi su quel visino angelico stimolavano non poco, anche se quella sua espressione passò rapidamente ad una più stranita.

Apparentemente, si aspettava che mandassero qualcuno di diverso per un tale lavoro, che consisteva nel verificare e scoprire cosa facesse quel casino notturno. A tale reazione, il mio ghigno si trasformò in un' espressione sbigottita.

Non so che dirti. Sembra che "strani rumori nella notte" non sia una motivazione sufficiente per mobilitare il Mizukage o una delle sue guardie. Chi l' avrebbe mai detto? Oserei dire che servirebbe una guerra, un' invasione o un' insurrezione per farli agire...

Dissi, traboccante sarcasmo, mentre Hinahime, così si chiamava il mio contatto, mi fece strada nella direzione opposta al villaggio. A quanto pare oggi non sarei entrato in quel paradiso in terra, ma voltandomi a guardare quel muro beffardo, mi promisi che un giorno avrei valicato quella barriera, legalmente o meno! Facilmente meno!

Venni condotto verso ciò che avrei chiamato la mia base per la missione, il mio sguardo fermamente incollato al posteriore di Hinahime, fino a raggiungere ciò che sembrava essere un albergo ben attrezzato, con uno spiazzo intero fornito di bancarelle e mercanti vari.
Da quanto mi raccontò, questo posto era frequentato come sito turistico, ma le voci riguardanti quei versi dal laboratorio stavano spaventando i visitatori e questo stava distruggendo i guadagni del posto.

Capitalismo. La vera forza motrice del mondo.

L' interno dell' albergo non era male, si vedeva che era roba di classe. ma non te lo sparavano dritto negli occhi, rendendo l' esperienza piacevole anche a qualcuno con il mio background, senza causargli complessi di inferiorità.
La mia guida mi diede una chiave senza troppe cerimonie e mi riferì che avevo fino alle 10 di sera per organizzarmi, prima che venisse a prendermi e condurmi al laboratorio. Sembrava proprio che non le andasse giù la mia presenza, giudicando dal suo ultimo commento.

Sembra giusto. In tal caso, non aspettarti che venga di corsa a salvarti quel bel culetto se vieni attaccata mentre mi trovo dentro il laboratorio.

E così, trovandomi con circa 12 ore di tempo prima di dare il via ufficiale alla missione, sapevo benissimo quale sarebbe stata la mia prima mossa:

Verificare quanto lussuriosa era la mia camera, accompagnato da un bel bagno per rilassarsi dal viaggio in nave. A seguire, avrei constatato la qualità del cibo di questa stamberga, e poi avrei iniziato a lavorare.

Mi chiedo se troverò del filo in una di queste bancarelle. Anche della colla e un po' di spezie non farebbero male... E farò anche qualche domandina su quel laboratorio, per vedere se qualcuno sa di cosa si occupasse prima di venire abbandonato.

Oh, e dovevo assicurarmi di prendere anche qualche dolcetto per i piccoli a casa! Non mi avrebbero dato pace se non gli portavo almeno un piccolo souvenir.

Una volta rinfrancato da un bel bagno e un salutare pranzetto, mi aggirai per le bancarelle alla ricerca degli oggetti che mi interessavano. Spezie e dolciumi furono i più semplici da trovare, ma anche un rocchetto di filo da 10 metri e della colla che sembrava adeguata alle mie necessità, e tutto ad un prezzo ridicolmente economico.

Ero sospettoso di tale convenienza, portandomi ad assicurarmi che gli acquisti non fossero di qualità scadente, difettati o andati a male, ma tutto era in regola.

Che siano così mal messi economicamente da praticamente svendere tutta la loro merce? Quanto accidenti hanno investito in questo posto?

Mentre rimuginavo su questo fatto, un venditore si stava sbracciando per attirare la mia attenzione, facendomi segno di avvicinarmi. Con niente di meglio da fare, e avendo le mie spese prioritarie già imbustate, mi diressi verso l' individuo. In genere, un mercante che faceva tutte quelle manfrine per attirarmi verso di lui significava che o voleva fregarti, o cercava di sbarazzarsi di qualcosa di scottante. In entrambi i casi, mi sarei divertito.

Il fare circospetto con cui si guardò attorno, prima di estrarre una scatolina semplice, di quelle che potevano passare facilmente inosservate in mezzo ad una consegna, se non si stava cercando per qualcosa di piccole dimensioni. Da essa, tirò fuori un coltello a farfalla, fattura comune, nessun segno particolare, e si mise a fare i classici giochetti con le mani per indurre stupore e mettersi in mostra. Non funzionò, anche perché avevo visto altre armi del genere in giro per la piazza, quindi non mi sembrava poi così particolare, e ad un prezzo molto più conveniente dei 190 ryo che stava provando a scucirmi.

Uh-uh. E adesso verrà a dirmi qualcosa su come sia stato forgiato da materiali particolari, o da un fabbro di rinomata bravura, o entrambe le cose, per invogliarmi a considerarlo un vero affare.

Ma invece, mi raccontò di come provenisse dal laboratorio abbandonato di quest' isola, il luogo che dovevo andare ad investigare. Da quanto mi raccontava, era stato un ninja a venderglielo in primo luogo, una persona strana che voleva disfarsene in fretta e senza tante cerimonie.

Almeno ricavai qualche informazione sulla struttura in cui dovevo entrare: una serie di caverne riadattate, con una singola via d' accesso. Sembrava che vi avessero applicato finestre indistruttibili, ma la stessa furbizia non era stata usata per la porta, che era stata divelta dall' interno, come se qualcosa di molto grosso e molto forte l' avesse sfondata.

Pur essendo accessibile, nessuno vi aveva più messo piede per paura delle voci in circolazione e degli orripilanti suoni che provenivano dall' area circostante, quindi non c' era alcun indizio riguardo a cosa stessero lavorando lì dentro. Con queste informazioni, piazzai una mano saldamente sul coltello, sbattendolo sulla superficie della bancarella, sorridendo al venditore.

Molto interessante. Vuoi sapere tu qualcosa di altrettanto interessante? Sono un ninja, ma non sono qui per caso o per piacere. Mi trovo attualmente in missione per indagare sul laboratorio che hai menzionato, e sai cosa significa? Che potrei facilmente requisire questo bel coltello in quanto potrebbe costituire un' utile prova per la risoluzione della missione, e nessuno sarebbe in grado di obiettare su tale fatto, specie considerato i "discutibili" modi in cui ne se entrato in possesso... Per i quali, potrei pure arrestarti e comunque ottenere l' arma senza sborsare un singolo ryo.

Fissai il commerciante dritto negli occhi, un' espressione predatoria che deformava i tratti del mio viso, facendo apparire più appropriato ad un demone che ad un essere umano. La tentazione di attivare la mia tecnica personale per acquisire l' oggetto molto forte, come già sentivo il chakra istintivamente convogliare verso il palmo della mia mano.

Tuttavia, mi ha divertito il modo in cui hai condotto questa vendita, e ci hai pure aggiunto delle informazioni gratuite, perciò mi sento generoso. 100 ryo per il coltello e dimenticare che hai contatti con gente che vende oggetti prelevati da siti di investigazione. Penso che sia un buon affare, non credi?

Avrei atteso se avesse accettato il patto, o se avesse scelto la fuga rapida, la mia mano ancora fermamente ancorata sopra il pugnale. Poi, dopo aver posato i souvenir in camera, avrei atteso che arrivassero le dieci di sera per farmi condurre verso il sito del laboratorio abbandonato.

L' uomo capitolò subito di fronte alle mie trattative, e prese con fare sbrigativo le banconote che gli porsi una volta sentito che accettava.
Mantenendo il contatto visivo, vidi come gli occhi gli si stavano inumidendo, tradendo le sue vere emozioni, prima che sparisse dietro la sua tenda, da cui potei iniziare a sentire qualche lieve singhiozzo.

Tsk! Deve imparare a scegliere meglio i suoi avversari, o troverà qualcuno molto meno generoso del sottoscritto.

Diedi un' occhiata al nuovo pezzo del mio arsenale. La fattura sembrava quantomeno soddisfacente, e poteva tornare utile un' arma fatta puramente per il corpo a corpo che un' ibrida da lancio come un kunai. Richiusi la lama dentro l' impugnatura e infilai il coltello nei miei pantaloni, prima di dirigermi a incontrare la mia "cordialissima" guida.

Senza nemmeno un saluto, Hinahime mi fece solo segno di seguirla, facendomi strada attraverso un sentiero che sembrava fatto apposta a rendere difficile il percorrerlo. Non che ciò non presentasse dei vantaggi a livello di panorama, ma era una scocciatura.

Arrivammo infine al sito del laboratorio che, come accennato dal venditore, si trovava dentro una montagna. Non c' era alcuna traccia di ingressi, ad eccezione della larga porta metallica, divelta da qualcosa che proveniva da dentro il laboratorio.

Qui è passato qualcosa di molto grosso o molto forte, o entrambe le cose.

Mentre la ragazza spiegava, con tono distaccato, che l' autore di tale danno poteva essere ancora nei paraggi, nonché la fonte dei rumoni accennati nella descrizione della missione, io mi guardai attorno, concentrandomi sul terreno per provare a vedere se vi fossero delle tracce che potessero indiziare l' identità del nostro sfasciaporte.

Dubito che un fantasma debba sfondare una porta per uscire.

La mia prima ipotesi era su un qualche animale che stesse usando il laboratorio aperto e abbandonato come tana. Forse qualcosa su cui avevano sperimentato lì dentro, ora libero di usare tale edificio come dimora.

Farebbe senso: evade dal posto in cui è stato rinchiuso per chissà quanto tempo, ma non conosce la zona circostante, perciò mantiene questo posto come riparo sicuro, visto che nessuno ci mette piede da tempo.

Mi avvicinai all' entrata, sempre mantenendo gli occhi aperti per un indizio di qualsiasi tipo: orme, pelliccia, squame, eccetera. Dando uno sguardo all' interno, potei constatare che era poco illuminato, e non ero tipo da affidarmi alla sorte affinché l' impianto elettrico fosse ancora funzionante.
Nella prima stanza, vidi però delle sedie. Ne presi una, la portai all' esterno e la ruppi contro la parete di roccia. Strappai la mia maglia e avvolsi lembi di stoffa alle gambe della sedia, procurandomi delle torce improvvisate.

So che hai detto che non mi aiuterai, ma hai da accendere? Altrimenti mi toccherà stare qui fermo per un pezzo, se devo sfregare dei legnetti...

La mia torcia improvvisata mi permise di muovermi senza inciampare e di vedere la struttura interna del laboratorio: ad eccezione della stanza in cui avevo trovato la sedia, il resto del corridoio era privo di altre diramazioni fino alle due rampe di scale, il che rendeva la minaccia di imboscate pressoché nullo, a mia fortuna.

Una volta scese le scale verso il piano inferiore, mi ritrovai in una grande stanza colma di strumentazioni scientifiche, e sangue. Davvero, molto sangue, un quantitativo equivalente a diverse persone, almeno.

Beh, sembra che avessi ragione. Non so se esserne felice o meno.

Ciò che era più interessante del sangue, era la natura delle macchine e i contenuti delle varie teche esposte: biomanipolazione. Ammassi di carne malformata, parti del corpo mutilate, congegni con diversi iniettori e tavoli operatori. Qua qualcuno si stava divertendo a sfidare le leggi della natura, e dubitavo fosse qualcosa di ufficiale! Già solo la locazione del laboratorio fa capire quanto "pulita" fosse tutta questa faccenda.

Ehi... Spero che non mi abbiano dato questo incarico per farmi rimuovere prove scomode! Prima di uscire farò meglio a rovistare per vedere se trovo qualche documento. Un piccolo ricattino, giusto per garanzia.

Mentre stavo fissando ciò che sembrava un rene con delle appendici di troppo, udii uno strano suono. Mi voltai subito verso la fonte, mano stretta sulla mia arma, mentre alzai la torcia per gettare più luce possibile attorno a me.
Dopo qualche secondo, notai che sembrava un singhiozzare, e dal tono sembrava essere una voce maschile.

Una persona? Che ci farà qui dentro?

Avvicinandomi all' origine del suono, lo trovai provenire da dentro una grande gabbia aperta, con una figura rannicchiata al suo interno.
Avanzai ulteriormente, per dare un' occhiata migliore, quando lo avvertii: un sentore di spossatezza, come se l' aria si fosse fatta improvvisamente pesante, mano a mano che mi avvicinavo.

La figura sembrava essere sola, non c' erano tracce di altro di vivo attorno, ma non avevo ancora incontrato niente che riscontrasse con quanto mi era stato detto: solo questa persona dentro una gabbia, e un' aura di chakra insolitamente spessa.

A questo punto, decretai che c' erano due possibili opzioni:

1) La persona dentro la gabbia era preda/prigioniera della fantomatica creatura che aveva sfondato quel portone, e il mio bersaglio era fuori a caccia da qualche altra parte e non si sapeva quando sarebbe tornato;

2) La figura dentro la gabbia era un esperimento di questo laboratorio, ottenendo un qualche tipo di potere esagerato e incontrollabile, ed era ora in uno stato di "calma".

Soppesai le due possibilità e arrivai ad una semplice soluzione: mi spostai in modo da non essere direttamente davanti alla porta della gabbia, presi un kunai e lo lanciai tra le sbarre, dritto verso la nuca della figura rannicchiata, con l' intento di porre rapidamente fine alle sue sofferenze.

La creatura doveva essere dotata o di ottimi istinti, oppure di sensi eccezionalmente sviluppati, dato che reagì prontamente al pugnale lanciato, deviandolo grazie ad un' estremità, che potevo definire anormale anche attraverso la fioca luce della mia torcia.

Per mia fortuna, il mio tentativo di assalto non fu un completo fallimento, anche grazie allo stesso essere: il Kunai deviato, andò infatti a centrare uno degli svariati macchinari adiacenti alla gabbia, portandolo ad attivarsi e far accendere delle luci nella stanza.

Curioso. L' impianto elettrico è ancora funzionante. Che ci sia un generatore autonomo, o è ancora collegato alla rete centrale?

Qualunque che fosse la risposta, ne avrebbe sollevate ulteriori, e io non avevo tempo da dedicarci, dato che la presenza di luce mi permise di vedere con chiarezza l' essere, che stava uscendo dalla sua cella. Il varco tra le sbarre che stava usando, invece della porta, sembrava essere stato creato a mano, notando come fossero irregolarmente piegate, il che segnava una forza non indifferente.

E la creatura in sé: ora che la vedevo chiaramente, potevo notare come la sua natura umanoide fosse limitata solo, e nemmeno interamente, alla parte sinistra del suo corpo, dato che il resto era completamente deforme. Sembrava come se qualcuno stesse provando a creare una statua umana, ma aveva finito il materiale a metà via, e aveva tentato di completare il lavoro usando della carne trita, invece di pietra. Il risultato finale era, per ovvie ragioni, alquanto inquietante, specie se ci si aggiungeva il fatto che era vivo, cosciente e molto forte.

Una persona normale sarebbe ora disgustata dall' apparizione, specie vedendo come sembrava essere estasiata dall' avere una preda a portata di mano. Io non ero una persona normale, e la mia reazione all' apparizione del mostro era una contemplativa.

Un abominio mutante e deforme... Non sta sbavando o trasudando altra sostanza disgustosa, ma penso che i criteri per la mia promessa ci siano.

Così, vedendolo mentre si stava muovendo per strapazzarmi con quel suo orrido braccio abnorme, io non mi spostai di lato o indietreggiai cercando di schivarlo, nossignore. Invece, presi a due mani lì asta della mia torcia accesa, mi mossi in avanti, addentrandomi dentro la sua guardia, lasciando che l' arto rosso si abbattesse a terra dietro di me, e sferrai un colpo verso la parte molle della sua testa con l' estremità accesa della mia arma improvvisata.

Questo tizio sembrava una polpetta. Vediamo che aspetto avrò una volta cotto!

La botta che diedi con la torcia ebbe l' effetto di non causare alcun problema alla creatura. A malapena inclinò la testa, ma considerata l' angolazione era più un suo gesto per indicare confusione che una conseguenza dell' impatto.

Ovviamente è robusto, ma nemmeno una reazione come "fuoco cattivo"? Questa sarà una scocciatura.

Quantomeno, la sua mancanza di comprensione davanti ad un atto chiaramente aggressivo mi indicava il suo livello di intelletto: basso, e parecchio. Probabilmente quello era uno degli obiettivi a cui puntavano i suoi creatori: un essere forte, resistente e stupido. Un' arma biologica, un soldato perfetto.

La creatura, abbandonando qualsiasi considerazione per il mio precedente attacco, procedette a tentare di stringermi in ciò che sembrava un abbraccio. Adorabile, se non per le dimensioni dell' arto che intendeva usare, e le condizioni in cui si trovavano le sbarre della sua gabbia, che le mie costole si sarebbero trovate ad imitare, qualora riuscisse a stringermi.

Rapidamente, lanciai la torcia verso la sua faccia, lasciando che la luce lo accecasse momentaneamente, e ricorsi alla sostituzione per scambiarmi di posto con una sedia, lasciando che fosse esse ad essere stritolata tra le membra di quella bestia. Io avrei approfittato della sua carente intelligenza, per nascondermi dalla sua vista, ma tenendolo d' occhio per vedere la sua reazione alla mia sparizione improvvisa, e ragionare un attimo. Fortuna che le luci erano ancora accese, o senza la torcia potevano essere casini.

Ok, direi che la possibile ragione dietro gli esperimenti condotti in questo laboratorio l' ho trovata. Ora c'è da chiedersi: perché hanno lasciato dietro questo esemplare?

Questo posto stava operando in segreto, il che mi diceva quanto fosse clandestino il tutto, e la natura degli esperimenti spiegava il perché fosse tutto così nascosto. Sull' abbandono della baracca ci potevo fare solo qualche speculazione, fintanto che non trovavo prove definitive. Ma se era così pressante la segretezza di tutto questo, perché lasciare la cosa che più di tutte poteva riaprire un' indagine? Un cadavere deformato poteva suscitare domande, ma nulla di direttamente incriminante, ed era facile da rimuovere. Perfino quelle varie parti organiche deformi non costituivano molto come prova. Un buon bugiardo poteva spacciare tutto come tentativi di coltivare artificialmente organi per trapianti e arti per mutilati!

Un soggetto vivente invece, era tutt' altra storia. Solo vederlo in azione era una chiara dimostrazione di ciò a cui stavano puntando di ottenere con questi esperimenti, quindi lasciarlo in vita era stato un grave errore, uno che una persona abbastanza intelligente e priva di empatia per poter lavorare qui dentro non avrebbe commesso.

Rimanevano poche opzioni sul perché fosse qui:

1) Era stato abbandonato con tutto il resto, credendo che fosse un esperimento fallito e morto, ma per qualche ragione era rimasto in vita. Forse una specie di metamorfosi, preceduta da una fase di quiescenza pari alla morte;

2) Era stato deliberatamente lasciato qui, ad agire come capro espiatorio e copertura per gli scienziati, fuggiti chissà dove. Un esperimento andato fuori controllo che uccide ogni occupante del laboratorio nella sua frenesia. Nessuno si sarebbe preoccupato di cercare persone morte.

C' erano altre possibilità, ma non potevo restare troppo a pensarci, dato che il mio "amico" si stava muovendo, emettendo uno strano verso. Sembrava quasi avere un senso compiuto, ma il modo in cui la pronunciava rendeva impossibile comprendere cosa fosse.

Dovevo pensare anche a cosa fare. C' erano troppe incognite per i miei gusti, e volevo andare a fondo della questione.

Considerati fortunato, simpaticone. Per adesso, sei sceso di priorità.

Generai una copia e la spedii di corsa a muoversi tra i vari scaffali del laboratorio. Il suo compito era semplice; mantenere la creatura distratta mentre io sgattaiolavo verso le scale per risalire al piano terra, e poi procedere al piano superiore. Una volta lì, avrei iniziato a cercare qualche indizio che mi potesse illuminare su cosa stessero combinando in questo luogo. Solo allora avrei preso una decisione riguardo il fato di questo essere.