Onore del Samurai

Ryoku racconta ad Oda che il ladro si è diretto fuori dal villaggio e purtroppo lui non è riuscito a rincorrerlo per potersi fare giustizia da solo. Presume però che si tratti di un giovane ragazzo che vive in una piccola casa poco fuori dalle mura, che ogni tanto gli faceva visita senza mai comprare nulla. Ryoku aveva fatto vedere la famosa spada da recuperare a quell'individuo proprio il giorno prima, con la promessa di vendergliela solamente una volta ottenuta una cospicua somma. Ottenute tali informazioni, Oda potrà decidere se prepararsi ad un'imboscata nei pressi della casa oppure fare un'incursione o ancora decidere di rubarla a sua volta qualora l'indicazione del venditore risulti corretta e la spada si trovasse proprio nel luogo indicato. In ogni caso avrebbe dovuto pensare ad un qualsiasi tipo di piano da mettere in atto.

Nonostante Oda si fosse appostato fuori dalla casa dell'obbiettivo, il sospettato non sembrò uscire dall'abitazione, costringendolo a trovare una via più efficace pur di portare a termine la sua missione. Dall'interno, tuttavia sembravano provenire dei rumori, come se effettivamente ci fosse qualcuno. L'unica via sembrava quella di fare irruzione, o magari semplicemente appostarsi in una finestra per condurre un attacco da quella posizione. Un ragazzo decisamente giovane fece capolino proprio alla finestra lì di fronte, molto guardingo; in mano aveva tutto l'occorrente con cui solitamente si tratta una spada per affilarla e pulirla. Doveva essere lui, non c'era alcun dubbio.

Come previsto da Oda, la sua abile strategia funzionò, permettendogli di fare irruzione facilmente nell'abitazione ed attaccare al contempo il ladro della spada. Si ritrovò facilmente a colpire quello che sembrava a tutti gli effetti un semplice ragazzino di circa dodici anni, vestito con un kimono tipico e senza particolari rinforzi nell'abbigliamento. A prima vista nessuno avrebbe potuto credere che quel ragazzo si sarebbe potuto macchiare di un qualche crimine. Una volta conclusa la sua tecnica, il ninja potè notare il giovane svenuto nel pavimento, ma senza più la spada che poco prima aveva nelle sue mani. Vagando con lo sguardo alla ricerca del bottino, i suoi occhi si posarono su una ragazza della stessa età di quello che poteva sembrare tranquillamente suo fratello, intenta a puntare la spada contro di lui.
"Vattene da casa nostra!"
Senza nemmeno aspettare una risposta, si scagliò su di lui brandendo la spada, sfruttando una tecnica che allo spadaccino era del tutto familiare.

Il fendente della ragazza andò a vuoto, incontrando l'acqua della tecnica di Oda, abile ad evitare la sua spada. A sua volta, il ninja utilizzò la medesima tecnica contro l'avversaria, cercando di mirare alle sue mani per tranciargliele di netto. Semplicemente dopo aver assunto la posizione per far partire la tecnica, la ragazza mostrò più sicurezza, riconoscendo ciò che le stava per arrivare contro. Spostò l'impugnatura della sua spada, pronta a contrastare l'attacco.
Utilizzò il primo fendente per deviare l'arma di Oda, così da evitare di essere colpita, per poi continuare l'offensiva per cercare di colpirlo. C'era qualcosa in quella ragazza, come se stesse combattendo per qualcosa di fin troppo importante rispetto ad un semplice furto.

Un'altra volta la ragazza non riuscì a colpire, andando a fendere contro uno dei complementi d'arredo usato per la sostituzione di Oda. Non ci volle molto perchè le copie confondessero la strategia del ragazzo, facendogli mandare perfettamente a segno il colpo, trafiggendo la ragazza da parte a parte. Infuriato da quella vista e con le lacrime agli occhi, il fratello si armò di un semplice coltello trovato nel mobilio della casa, cercando di affondarlo nella schiena del ninja, come se fosse l'unica cosa che poteva restargli da fare.
"Kanaaaaaaaaaa!!!"
Urlò il nome della sorella, come se fosse l'unico appiglio in quel momento di sconforto. Voleva uccidere Oda e avrebbe provato a farlo con tutto sè stesso.

"Vendicherò la famiglia Ito!"
Inerme e senza possibilità di urlare oltre la sua vendetta, il ragazzino venne colpito da Oda, senza riuscire a fare alcuna resistenza, cadendo a terra, svenuto. Avvicinandosi alla spada per poterla raccogliere, il ninja avrebbe notato subito la particolare lama incisa che svettava davanti a lui, riportante il kanji di famiglia (家) seguito da altri kanji (伊藤). La missione sembrava essere conclusa, avrebbe solamente dovuto riportare la merce al suo legittimo proprietario e comunicarne il completamento all'ufficio missioni del villaggio.

Cercando nella stanza, Oda trovò alcune informazioni che probabilmente avrebbero sconvolto i suoi piani nella missione. La scritta nella katana indicava i nomi dei due ragazzini, come testimoniato da una foto in cui un uomo, probabilmente il padre dei due, la teneva in mano indicando i pargoli. Ora ne aveva la certezza, colui che aveva richiesto di eseguire la missione l'aveva ingannato. Gli rimaneva solo una cosa da fare, terminare l'incarico cercando di riparare a quel casino che quell'impostore gli aveva fatto combinare.