Esame di Passaggio: Chunin

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Finalmente era giunto il momento tanto atteso per Akihiko. Raggiungere il grado Chunin non sarebbe stato semplicemente un mero titolo per lui, ma avrebbe significato l'apertura di un mondo verso i numerosi obbiettivi della sua vita. Raggiungere quel nuovo grado gli avrebbe permesso di ampliare enormemente la sua conoscenza delle arti mediche e di tutto ciò che compete questi esperti, dai veleni più particolari ai segreti del corpo umano e del funzionamento di ogni sua singola parte, dalle medicine alle più strane panacee, dalle droghe alle erbe e composti. Fin da piccolo per lui era stato un sogno poter ammirare l'operato di suo fratello che si esercitava costantemente nei jutsu dei ninja medici, desiderando ardentemente ricalcarne le orme. Perfino nel periodo di convalescenza dopo il coma l'unica cosa che pian piano riusciva a consolarlo era proprio il poter ammirare da vicino l'operato degli esperti, quasi come se compissero delle vere e proprie magie o addirittura dei miracoli. Certo, fino a qualche tempo prima aveva desiderato ardentemente tutto quello, come un classico shinobi votato al prendersi cura degli altri, ma iniziando a studiare con Hishima Hyuga, il maestro personale che Rashi in persona gli aveva assegnato al raggiungimento del grado Genin, dopo qualche tempo si erano instaurate in lui nuove idee, rinnovati valori e particolari obbiettivi. Ancora non sapeva cosa avrebbe fatto di preciso, ma ciò che voleva raggiungere, dopo aver passato l'esame per diventare Chunin, sarebbe diventato ancora più chiaro e tangibile, mettendolo davanti ad una decisione quasi obbligata.
"E' ora, svegliati."
Una voce pervase la sua mente, inaspettata come un fulmine a ciel sereno. Come avveniva da qualche mese a quella parte, il suo insegnante si premurò di irrompere nella sua abitazione per svegliarlo dal suo dolce sonno, costringendolo a saltare la sua solita meditazione ed obbligandolo a prepararsi con estrema velocità. Nonostante tutto si era ormai abituato a quella prassi, così, senza farsi prendere dal nervoso, eseguiva alla lettera e si faceva trovare pronto nel giro di mezz'ora. Quella mattina però, a differenza delle altre, Akihiko non avrebbe imparato alcuna stramba manovra per assoggettare il corpo umano al proprio tocco e non avrebbe nemmeno passato le ore a leggere e memorizzare ogni singolo elemento dei veleni e degli antidoti e componenti esistenti. No, quella mattina si sarebbe recato al centro degli esami del suo villaggio, pronto ad affrontare qualsiasi prova gli si sarebbe presentata. A quell'esame avrebbero partecipato anche i suoi compagni di accademia che non vedeva ormai da troppo tempo, Shoto e Touka, ma li avrebbe incontrati direttamente all'entrata dell'edificio. Purtroppo, per quanto avesse instaurato con loro un ottimo rapporto ed un'intesa perfetta, il ragazzo dagli occhi perlacei sapeva bene che le probabilità che si ritrovasse ad affrontare uno di loro sarebbero state estremamente alte. Non ci volle molto per arrivare, con estremo anticipo, al luogo prestabilito: un grosso edificio molto simile alla ben nota accademia ninja di Konoha che aveva imparato a conoscere in tutti quegli anni. Dalle finestre si potevano scorgere le grandi sale che sarebbero sicuramente state utilizzate almeno per la parte teorica dell'esame, quella in cui Akihiko sperava di ottenere il maggior punteggio. Subito i due ragazzi che avrebbero dovuto anch'essi sostenere l'esame lo raggiunsero. La ragazza fu la prima a parlare.
"E' finalmente arrivato il momento ragazzi. Sono tesissima."
Il ragazzo del clan Hyuga sorrise, sorpreso dall'incongruenza tra la voce insicura di Touka e la sua espressione eccitata e in fermento. Al contrario l'altro rimase serio ed in silenzio, quasi come se la sua indistinguibile sicurezza stesse vacillando. Il biondo infierì.
"Hai paura, Shoto?"
Il ragazzo lo guardò accigliato, probabilmente senza capire il tono ironico di quella frase.
"In realtà si, non dell'esame in sè ma di quello che potrebbe succedere."
"Che intendi?"
Il ragazzo esitò un momento prima di farsi coraggio ed esternare i suoi pensieri, privo di filtri come sempre.
"Intendo dire che devo diventare Chunin ad ogni costo per poter intraprendere la strada che ho sempre voluto e non ho la minima idea di fallire questo esame e rinunciare a candidarmi come Anbu. C'è un'alta possibilità che almeno due di noi di scontrino o comunque siano costretti a competere, per cui, a dire la verità, mi dispiacerebbe annientare le vostre speranze. Vi avviso, non guarderò in faccia nessuno."
Touka, inaspettatamente sorrise, annuendo alle parole dell'altro, poggiando una mano sulla sua spalla destra.
"Beh, il problema è che neanche io voglio fallire e se sarò costretta a spaccarti la faccia lo farò con piacere. Anche io ho un sogno che vi ho tenuto sempre nascosto e di certo lotterò con tutta me stessa per raggiungerlo."
I tre risero insieme, facendo il loro ingresso nel grande edificio e recandosi presso la reception. Il ragazzo dagli occhi perlacei si fece precedere dai suoi compagni, restando per ultimo nella sala d'accoglienza.
"Sono Akihiko Hyuga. Sono qui per affrontare l'esame Chunin."

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Accompagnarono Akihiko all'interno di una stanza, molto simile a quelle che aveva imparato a conoscere durante il suo periodo accademico. Subito gli consegnarono dei fogli, ognuno contenente una domanda diversa a cui avrebbe dovuto rispondere secondo le sue competenze personali. Non si aspettava un test del genere anche negli esami Chunin, in cui di solito i quesiti si rivelavano avere fini e scopi diversi dal sapere qualcosa di personale sul ninja, vertendo sulle capacità di ragionamento o di adattamento. Questa volta però, con il cambiare delle modalità per l'esame, erano cambiate anche quelle di valutazione. Lesse velocemente tutte le domande, per poi fermarsi solamente sulla prima: "Quali sono le qualità che un Chunin dovrebbe avere per essere considerato tale?". La rilesse più volte, cercando di valutare come poter rispondere in maniera esaustiva. Potevano sembrare tutte domande banali, ma era ovvio che il fine di quella prova fosse valutare ogni singola persona secondo le sue idee ed ideali.
"Pensa Akihiko... ovviamente sai benissimo cosa differenzia un Chunin da un semplice Genin. Non posso basarmi su stupide considerazioni di forza, livello o grado, ma su vere qualità che possono essere esclusive di alcune persone scelte che possono permettersi di ottenere questo grado. L'idea che ho di un Chunin è molto simile a quella che ho di un medico; seppur non agiscano allo stesso modo ci sono anche dei dettagli che li accomunano. Devo portare le mie esperienze in questo esame e non posso tralasciare niente di ciò che reputo importante per un qualsiasi Shinobi. Anche se rischio di risultare troppo implicato in fattori caratteriali sono sicuro che gli esaminatori capiranno cosa voglio intendere."
Scrisse la risposta sul foglio, stando attento ad usare le giuste parole, senza risultare un personaggio, qualcosa di idealizzato e che tutti si aspettano. Voleva solo mostrare sè stesso ed i suoi modi di agire, niente di più e niente di meno. Prese il secondo foglio, studiando anche il secondo quesito, particolarmente semplice e difficile da non approfondire. Chi, in procinto di diventare Chunin, non conosceva gli stili di combattimento ed i loro vari funzionamenti? Anche in questo caso chiedevano qualcosa di più della classica spiegazione scolastica? Era ovvio. Ma forse era proprio questa la difficoltà di un Genin, uscire dalla scolasticità delle azioni e delle idee, imparando a conoscere la realtà del mondo. Soltanto chi ha l'esperienza necessaria può rispondere in maniera esaustiva a questa domanda.
"Molto intelligente, proporre un quesito semplice all'apparenza ma che ha bisogno di un qualcosa in più. Sono sicuro che in questo caso sia necessario utilizzare termini più complessi e specifici, portando esempi di cose vissute e di specifiche tecniche, spaziando su più campi possibili. Farò del mio meglio, ma è pur vero che purtroppo ho una conoscenza limitata di alcuni campi. Spero che ciò che scriverò basti per avere una valutazione al limite del decente."
Dopo aver scritto questa risposta prese il terzo ed ultimo foglio, contenente il quesito che meno si sarebbe aspettato di trovare. L'avevano per caso spiato. Non molto tempo prima di certo si sarebbe trovato spiazzato di fronte ad una domanda del genere, non sapendo affatto cosa rispondere e buttando giù una delle storie più costruite e scontate che potesse elaborare. Sapeva esattamente cosa rispondere; del resto non molto tempo prima era stato costretto, in seguito ad un imprevisto, a collaborare con una persona che lui stesso avrebbe voluto distruggere. Già, nonostante tutto aveva però capito come affrontare tutto quello, coordinando perfettamente le sue azioni a quelle dell'altro, riuscendo perfino a trovare la chiave per rendere distruttive le tecniche dei due.
"Niente di più facile, basta scrivere quello che ho provato quel giorno e di sicuro non avranno niente da obbiettare... o almeno spero."
Scrisse sul foglio anche l'ultima risposta per poi rileggere tutto ed aspettare che il tempo concesso terminasse. Avrebbe aspettato fino all'ultimo per consegnare la prova.

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Come previsto Akihiko aveva centrato il punto della prova teoria dell'esame, passandolo con un ottimo punteggio, venendo ammesso all'istante alla prova successiva. Venne quindi condotto lungo un corridoio e portato verso l'arena che avrebbe ospitato l'ultima prova del suo esame: un combattimento con un altro partecipante. Pensò bene a chi si sarebbe potuto trovare davanti, sperando da un lato di non trovarsi contro uno dei suoi compagni di team, ma dall'altro di assistere alla buona riuscita dell'esame di uno dei due. Era combattuto, ma sperava, in cuor suo, di vedere Shoto o Touka davanti a lui. Le porte si aprirono ed i suoi occhi riconobbero subito una figura familiare: il membro del clan Nara dai capelli corvini. Parlò, dimostrando la sua solita pacatezza
"Lo so, non voglio che tu ci vada piano. Preparati Shoto."
Senza dilungarsi in ulteriori discorsi, il ragazzo dell'ombra partì all'attacco, componendo dei sigilli ben visibili e scomparendo istantaneamente agli occhi perlacei dell'altro.
"So cosa sta per..."
Le ombre iniziarono ad avvolgersi attorno a lui, bloccandolo completamente.
"L'ho visto utilizzare questa tecnica miliardi di volte, l'effetto sorpresa non può funzionare..."
Si concentrò attentamente, senza preoccuparsi della coltre di oscurità che pian piano di stava arrampicando sul suo corpo. Spezzò quindi il flusso continuo del suo chakra, sciogliendo l'illusione di cui era caduto vittima.

Riuscì ad uscire da quell'illusione giusto in tempo per individuare il suo avversario esattamente accanto a lui, con le dita puntate verso la sua tempia. Fortunatamente, la prontezza dei suoi riflessi gli permise di scansare il capo poco prima di ricevere un proiettile oscuro in pieno, semplicemente inclinando leggermente la schiena all'indietro, attivando i suoi particolari occhi perlacei, contornandoli di feroci venature.

"Mi conosci così bene eppure rischi un combattimento così ravvicinato con me? Grosso errore."
Sfruttò quindi il braccio teso verso di lui per provare ad afferrarlo saldamente al polso, così da spingerlo verso la sua direzione e colpirlo con il palmo della mano direttamente al petto, sfruttando il chakra per utilizzare il classico stile di combattimento del clan Hyūga, il Pugno Gentile, così da cercare di provocargli difficoltà respiratorie gravi per il resto del combattimento.

Qualora la sua tattica non avesse funzionato e non fosse riuscito ad afferrargli il polso, si sarebbe limitato a colpirlo con la stessa tecnica senza tenerlo fermo, sperando di colpire in qualsiasi punto. In ogni caso sarebbe rimasto a distanza ravvicinata solamente fino ad un certo punto. Conosceva bene le capacità del giovane membro del clan Nara e non poteva farsi cogliere impreparato.

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Sfortunatamente Shoto si rivelò talmente pronto ad una contromossa da riuscire ad evitare di essere afferrato al polso da Akihiko, scansando il suo palmo di chakra tipico del Clan Hyūga e portandosi ad alcuni metri da lui. Senza lasciar passare del tempo, il moro compose degli ulteriori sigilli, evocando uno stormo di corvi e dirigendolo in direzione del biondo.
"Con questo tipo di tecniche non riesco mai a capire se si tratti di un Genjutsu o di una sua tecnica... sta sfruttando ciò che conosco di lui per trarmi in inganno..."
I corvi stranamente non lo attaccavano; si trattava sicuramente di un diversivo per condurre un attacco a sorpresa. Nonostante il Byakugan la loro presenza risultava comunque disturbante. Sicuro di star per riceve un attacco, Akihiko si premurò di pensare a mostrare tutte le sue capacità, sfoderando una delle tecniche difensive più potenti conosciute: la Rotazione Suprema.

Grazie a questa tecnica riuscì a difendere il proprio corpo con una cupola di chakra, disperdendo i corvi attorno a lui ed, al contempo, difendendosi dal proiettile d'ombra diretto contro di lui.
"Devo mostrare tutte le mie potenzialità... vuole giocare sul sicuro e condurre uno scontro a distanza? Lo accontenterò."
Pronto a contrattaccare, Akihiko, approfittando del nascondiglio dentro il fumo, sfoderò la sua fidata falce Aotsuki, cercando di sfruttare la sua pesantezza e la rotazione del corpo per scagliarla verso Shoto come una vera e propria arma da lancio, diretto verso il busto dell'avversario. Utilizzando quindi questo diversivo, avrebbe tentato il vero e proprio attacco; sia nel caso che la falce colpisse, sia che essa venisse schivata, l'avrebbe infatti trasformata nella sua forma umana, facendole usare subito l'Artiglio Oscuro per costringere Shoto ad arrendersi.
"Scusami, ma non posso perdere..."

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Fortunatamente per Akihiko, la sua offensiva si rivelò efficace, colpendo con la grande zampa di chakra il petto dell'amico, ora avversario, costringendolo a trovare un modo per prendere tempo e preparare una nuova offensiva. Lo vide concentrare il chakra nei propri piedi, facendone fuoriuscire una coltre di oscurità molto simile a fumo nero. Una qualsiasi persona sarebbe stata impossibilitata al combattimento in un luogo del genere, ma non Akihiko, possessore del famoso Byakugan del Clan Hyūga.
"Conosce le potenzialità dei miei occhi, deve avere qualcos'altro in mente."
Senza preoccuparsi della coltre di ombre, sfruttò le sue capacità appieno, tenendosi pronto a spostare la sua vista nei suoi punti più deboli. Sapeva che, in ogni caso, le ombre dei Nara non erano da sottovalutare. Sapeva che era arrivato il momento di porre fine a quello scontro; sarebbe stato troppo rischioso stare troppo vicino all'ombra del moro. Così il biondo avrebbe attaccato nuovamente, sfruttando una combinazione di tecniche tale da mettere alle strette Shoto una volta per tutte, sperando di portare a termine quella prova il prima possibile. Sfruttando il suo vantaggio visivo, si sarebbe quindi spinto velocemente verso l'altro coprendosi con il manto di chakra tipico del suo stile di combattimento, per poi usufruire lui stesso dell'Artiglio Oscuro per bloccare definitivamente ogni movimento del suo avversario, costringendolo a ritirarsi.

"Mi dispiace amico, ma non posso permettermi di dover ripetere questo esame; i miei obbiettivi vanno oltre il titolo di Chunin."