Yuina Omori

▪ Nome: Yuina
▪ Cognome: Omori
▪ Data di Nascita: 2 Febbraio
▪ Età: 18
▪ Altezza: 163 cm
▪ Peso: 56 kg
▪ Capelli: Biondi
▪ Occhi: Verdi
▪ Grado: Genin
▪ Fama: 0
▪ Esperienza Totale: 0

▪ Villaggio: Suna
▪ Clan: //
▪ Innata:
▪ Elementi: Fūton
▪ Evocazione: //
▪ Specializzazione: //
▪ Lavoro: //
▪ Organizzazione: //
▪ Demone: //
▪ Ryo: 200
▪ Esperienza Disponibile: 0

Bassa ma atletica, Yuina affascina con uno sguardo penetrante e cattura con le movenze sinuose ed eleganti, ma invero se la si osserva attentamente è facile capire la sua natura in quanto shinobi. Sotto le vesti lunghe e spaziose che le piace indossare al di fuori del contesto militare, la giovane erede degli Omori non appare poi troppo allenata, ma questo diventa evidente nell'abbraccio più calzante di un uniforme, dove le gambe spiccano in quanto molto definite, massicce soprattutto per le dimensioni della giovane ninja. Il suo volto è tondeggiante ma culmina in un mento appuntito. Il ponte del naso è pronunciato ma armonico, le sopracciglia sono fini e scure, così come le pesanti ciglia a contornare la forma ovale ed allungata degli occhi. Le labbra carnose sono in forte contrasto con la pelle atipicamente chiara, una caratteristica quasi unica tra gli abitanti di Suna. Yuina non da peso agli sguardi altrui e di fondo del proprio corpo fa quello che vuole, ma ciò non vuol dire che si presenti in modo raffazzonato. Ha grande stima di sé ed anche per questo ha rispetto del proprio aspetto e si prende grande cura del come appare. I lunghi capelli biondi, quando sciolti, le arrivano fin sotto il seno, sì presente ma non eccessivamente pronunciato. Altrimenti li acconcia con grande cura, soprattutto prima di una missione, usandone le forme per formare elaborate trecce e code ed aiutandosi con nastri e fermagli. Ama i gioielli, i piccoli dettagli, ma non ama l'eccesso e lo sfarzo, essendo cresciuta comunque in una famiglia umile per tradizione e nei costumi.

Yuina è energica e sicura di sé, ma di contro a quanto non si possa immaginare non è affatto estroversa, preferendo il silenzio alle parole usate a vanvera. Si adatta al prossimo, spesso apparendo più aperta e chiacchierona a chi invece è il contrario, come se ne fosse riflesso complementare. Possiede una forza di spirito innata e forgiata col tempo e dalle avversità della vita quotidiana, si affida ad una personale dottrina del sacrificio per interfacciarsi col mondo e con il prossimo, con i propri desideri ed i propri obiettivi così come gli ostacoli a separarla dal successo. È una ragazza molto logica, ma non per questo apatica. Il proprio flusso di pensieri la porta ad essere sempre calma e calcolata, se non quando si scalda e si lascia andare all'ira o alle emozioni imbottigliate, un avvenimento più unico che raro. È risoluta, tagliata per essere un leader, in grado di trovare sempre le parole giuste per ispirare fiducia e dare una svolta ad ogni situazione, nel bene e nel male. In questo la aiuta sapersi immedesimare nel prossimo e capire le motivazioni dietro le azioni altrui, le possibili conseguenze delle proprie parole e delle proprie azioni sul prossimo, anche questo sintomo di spiccate capacità logiche e sociabilità. Non si scompone anche nelle situazioni più difficili, sfruttando le proprie capacità di analisi anche per questo. Non ama farsi mettere i piedi in testa ma riconosce la natura gerarchica del mondo e non osa esser sovversiva - non perché abbia paura di essere altrimenti ripudiata ed esiliata dal mondo degli shinobi quanto più perché convinta di poter scalare ogni gradino con le proprie forze e raggiungerne la vetta, una ben più allettante prospettiva rispetto alla natura caotica di un mondo privo di tali strutture sociali. Pecca forse solo nel privato, nell'intimità, trovandosi in difficoltà ad esprimere i propri sentimenti più profondi e le proprie aspettative, spesso un peso che non condivide con nessuno e che preferisce tenere strettamente per sé. È vero però che questo peso lo interpreta spesso in chiave positiva e diventa suo principale motore, in grado di motivarla a superare eventuali muri davanti ai quali si potrebbe ritrovare nel corso della propria carriera.

Tra le dune di sabbia di Suna, il villaggio di Rōran si erge testimone della distruzione e della sofferenza dell'uomo, dei suoi antichi abitanti, onorati da quel cacofonico brusio di un mercato ricolmo di vita ed energia, tende scarlatte e sgargianti appese alle alte torri che ne compongono la pianta e i confini per proteggere le merci dalla sabbia, dal sole. Umile, la gente che ci nasce, pochi i ricchi che hanno saputo veramente approfittare del continuo via vai della gente del Paese del Vento, e chi da fuori visita in cerca di merci, esotiche o meno che siano, chiaro. E tra quei tanti ci sono gli Omori, sì, o per meglio dire c'erano, sì. Perché poi di quel nome ne rimaneva veramente poco, di quelle sillabe inscritte fin troppe volte i caratteri, tra le tombe di Rōran, e fin troppi le lapidi divelte e sostituite dalla sabbia, dal tempo. Invero non vi fu una singola tragedia a scagliare il nome degli Omori tra i dimenticati e i decadenti clan di quei luoghi, e non si potrebbe trovare una data che coincida con la loro caduta. Forse sarebbe più facile pensare la storia della famiglia di Yuina come a quella di una lenta sconfitta, una maratona giocata dai primi posti dove inesorabilmente si ricade sempre più in basso nella classifica, implicita realtà quando si parla della gara della vita. Anche la vita, dopotutto, altro non è che una competizione. Priva di vere regole, un traguardo fisso ed univoco, priva di giustizia, se non quella imposta dai giocatori, che poi di fondo si ritrovano a decider arbitrariamente quale sia il modo migliore di giocare, che sia per l'influenza di chi prima ha provato a raggiungerne la fine vincitore o che sia per puro istinto. Tutto questo per dire che poi alla fine non è così sbagliato parlare di vinti e vincitori, e quando si guarda una persona si può riconoscer la verità. E vincere non vuol dire necessariamente essere ricchi, essere potenti, no, chiaro, ma perdere vuol dire essere fantasmi, mere immagini di quel che si sarebbe voluto essere.

Nacque in una famiglia di fantasmi, la piccola Yuina. E perse presto l'innocenza, il diritto a trattenerla, scontrandosi contro la realtà, i suoi vinti ed i suoi vincitori. Ed era normale, che crescesse pensando a quello, quando non v'era altro a distrarla dalla fame, il calore soffocante delle estati passate nomadi assieme al padre tra gli eremi del paese che l'aveva accolta a quella vita di silenziosa sofferenza, dove stare in silenzio diventava virtù, perché ad ogni parola la gola secca premeva contro l'anima e la soffocava, perché ognuno di quegli aghi non perforasse l'essenza e costringesse l'indomito animo umano ad arrendersi. Sbiaditi, i ricordi di quei tempi, passati dietro alla famiglia, ai loro fallimentari tentativi di ritrovare una fortuna persa tra le sabbie. C'era chi come suo padre era alla ricerca delle piante e delle ricchezze della terra, e c'era chi invece degli Omori s'era semplicemente arreso, e viveva di stenti, di quel denaro raccattato dalle tasche degli altri quando erano abbastanza larghe per poter permettersi di donar qualcosa per ricordarsi di essere ancora umani. Però era chiaro che in Yuina vi fosse qualcosa di fondamentalmente diverso, nascosto in quello sguardo verde. Un'energia sovrannaturale, una forza incapace d'essere dominata. Quella stessa forza con la quale non s'arrendeva anche se non aveva mai avuto nulla per il quale combattere, quella stessa forza con la quale si dimostrò capace di sopportare e supportare chi in lei iniziò a riporre fiducia. E quando il padre iniziò a faticare, tra le spire della sabbia, continuò da sola quei viaggi, quelle esplorazioni.

Trascinata dalla sabbia si ritrovò spesso ad affrontare pericoli ed ostacoli che una bambina non avrebbe mai dovuto ritrovarsi davanti, ai quali ora dovette trovare soluzioni da sola. Tra le fiamme e la crudeltà del Sole si scontrò con la natura crudele della natura, delle sue creature, ma di fondo poi il peggiore tra gli animali del deserto sempre si rivelò essere l'uomo. Fu con la paura di morire incastonata in petto che imparò a manipolare quella energia che le avevano detto tutte le cose possedessero, e fu violenta nel premer nella sabbia l'oramai già cadavere del primo uomo che tentò di violarla, tradendone la fiducia dopo averla accolta in una delle più fredde notti di quell'inverno. Non ne parlò mai a nessuno. Perché poi di fondo non ce n'era bisogno. Non c'era mai stato bisogno degli altri, non c'era mai stato bisogno della famiglia, degli amici - e che amici? Come si chiamavano? Lo avesse scoperto allora forse ci avrebbe pensato, a dir loro qualcosa. Ma da quel momento maturò una nuova ambizione, e da quel momento nacque comunque qualcosa. Dal seme del male, un fiore di vento. E iniziò a raggiunger il limitare del Villaggio della Sabbia, e raggiunger i confini di l'accademia per shinobi, guardando da lontano, da fuori. Attenta, imparava, attenta memorizzava, tentando di replicare quei gesti e quei segni, finanche qualcuno non s'accorse di lei, del suo sguardo, il suo fiume di giada.


Kanako Umehara, così si chiamava e ancora si chiama la giovane insegnante dell'accademia di Suna a trovarla tra i vicoli dopo un rapido inseguimento. L'aveva lasciata scappare, l'assistente, ad un passo dalla promozione al rango di Jonin, per vedere effettivamente chi fosse, cosa avesse imparato, da quel tempo rubato, da quelle ore passate dietro alle sue lezioni quando non avrebbe potuto. E ritrovò anche lei nella giovanissima Omori qualcosa di diverso, una forza travolgente in quel piccolo demone di capelli biondi e crespi, in quegli occhi di gemma. Un'oasi, in mezzo al deserto. Si prese lei carico di quella creatura, di quella piccola belva, fu lei a darle modo di non doversi più preoccupare della sua famiglia, fu lei a spronarla ad andare avanti, tra le lezioni, ma inevitabilmente la giovane Yuina necessitava di tempo, di ritornare sulle basi e ripartire da capo, e aveva bisogno di tempo, per poter tornare a casa, lontana da Suna, e prendersi cura dei suoi familiari.

Non ci volle però poi troppo perché maturasse le capacità adatte ad un Genin. Ci volle ben più tempo perché decidesse di divenire effettivamente shinobi. Era un lavoro, un lavoro come gli altri, ma comprendeva una certa responsabilità alla quale la ragazza non era abituata, quella che l'avrebbe vista trovarsi a sentirsi in carico della vita di chi avrebbe dovuto proteggere, sentirsi in carico di chi nulla con lei aveva mai spartito. Sarebbe divenuta protettrice di quel deserto, così crudele, di quella gente, così violenta, così ingrata. Eppure era anche vero che in quella realtà non v'era solo insita un'ascesa di potere, ma una vera e propria ascesa sociale, una rivalsa verso il mondo, verso tutto, tutti, forse. Ma che rivalsa, quale vendetta? No, non era quella la strada giusta. Le ci volle del tempo per svincolare da quell'immatura visione del mondo a circondarla, di quel che l'attendeva, e se lo prese, finanche compiuta la maggiore età scivolò rapidamente fra i panni dei primi ranghi dell'esercito del Kazekage. Aveva bisogno di quella maschera. Aveva bisogno di quella forza. Aveva bisogno di sentirsi finalmente vincitrice.

▪ Chakra: 350/350
▪ Abilità Speciale: //
▪ Stato Fisico: Illeso.
▪ Stato Mentale: Sereno.
▪ Armi: 5 Kunai e 10 Shuriken.
▪ Oggetti: Coprifronte Suna.
▪ Tecniche in Uso:

Abilità Sigilli - Livello I
Dopo molti e svariati allenamenti, il ninja riuscirà a comporre con gran velocità e dimestichezza i vari sigilli, anche ad occhi chiusi, riuscendo ad attivare jutsu anche in situazioni più spinose, ad esempio riuscirà senza problema alcuno ad attivare una tecnica in movimento, in corsa, e perfino saltando.
Livello: D

Abilità Aderenza Chakra
Concentrando una precisa quantità di chakra nei due piedi e facendolo fuoriuscire dai diversi punti di fuga presenti sotto di essi, si riuscirà a ricreare delle patine di chakra che permetteranno al ninja di aderire perfettamente ad una qualsiasi superfice. Il ninja, a tale livello, riuscirà a scalare superfici verticali e perfino a bloccare il proprio avanzare a testa in giù, senza cadere ed essere attirati verso il suolo. Inoltre, riuscirà a camminare sull’acqua.
Livello: D

Abilità Fisica: Fonte di Chakra
Grazie a questo tratto genetico, il ninja sarà dotato fin dalla nascita di una grande riserva di chakra; per questo motivo, ad ogni grado raggiunto, si aggiungeranno 50 punti di chakra extra che caratterizzeranno l'innata abilità di questo shinobi.
Livello: D